Il 24 marzo, la Ministra per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone ha dato il via all’Anno Europeo dei Giovani 2022. Durante l’evento di apertura, sono stati presentati gli ambassador delle 20 regioni italiane che si sono confrontati per dettare le linee programmatiche.
Anche Aicem ha avuto l’onore di partecipare con Samuele Canu, nominato ambassador per la Regione Sardegna.
Conosciamolo insieme con questa breve intervista.
Ciao Samuele, raccontaci la tua esperienza in Aicem.
Ho conosciuto Aicem durante il Servizio Civile Universale presso le Acli di Sassari. Questa esperienza mi ha permesso di riscoprire me stesso e di mettermi alla prova in ciò che non avrei mai sognato di fare, come per esempio la progettazione europea. Sto avendo l’occasione di viaggiare, di aprire i miei orizzonti e di intrecciare quelle relazioni che mi stanno facendo crescere sotto ogni punto di vista.
Perché hai scelto di diventare “ambassador”?
L’Anno Europeo dei Giovani è un’occasione unica per mettere in cima alle agende politiche i bisogni e le aspettative dei giovani. Come parte di un’associazione impegnata nel promuovere i diritti umani e i valori europei, sento il dovere di coinvolgere le future generazioni.
Quali sono i compiti di un “ambassador”?
Gli Ambassador dovranno coinvolgere quanti più giovani possibili, essere testimoni e promotori delle opportunità che l’Unione Europea garantisce ai giovani… e studiare molto!
Di cosa avete discusso durante l’evento di apertura?
È stato presentato l’Ambassador Network come base per creare connessioni tra le regioni, in collaborazione con gli Euro-peers e la ANG radio. Si è riflettuto sugli effetti che il programma Erasmus+ sta avendo in tutta Europa. Infine le autorità presenti si sono confrontate con noi ambassador e con il pubblico sui dubbi e sulle aspettative per quest’anno.
E quali sono state le tue impressioni durante questo evento?
Ho come la percezione che ci sia un grande investimento in termini di fiducia nelle nostre capacità di generare un cambiamento sociale.
Come pensi di rappresentare la tua Regione?
Insieme agli altri due colleghi Gioele Corveddu e Filippo Altea, siamo ben consapevoli dei nostri limiti e della preoccupante percentuale di disoccupazione giovanile. La Sardegna possiede tantissime risorse e un’importante realtà di volontariato; elementi che spesso non sono valorizzati appieno. Questa sarà l’occasione per rimetterci in discussione ed aprirci a nuove esperienze.
E adesso? Quali sono i tuoi progetti durante “L’anno europeo dei Giovani”?
Dopo un’attenta analisi del contesto locale, avvierò insieme ad altre associazioni una serie di attività che possano attrarre chi vorrà sperimentarsi e dare un senso differente alla propria vita.
Cosa potresti dire a quei giovani che ancora sono indecisi nel “mettersi in gioco”?
Che il presente appartiene a loro e che lì fuori c’è un mondo pieno di possibilità pronto per essere scoperto!